INSIEME, per riprenderci il futuro
Governo Monti: il rigore c’è stato, l’equità no
L’azione di chi ha guidato il Paese negli ultimi 13 mesi ha perseguito il risanamento finanziario, lasciando inalterati privilegi delle caste e squilibri economici e penalizzando le condizioni di vita della gran parte dei cittadini e delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese.
La finanza non può regolare l’azione politica e l’economia reale, non deve imporsi sui diritti basilari e sulla dignità umana, con il risultato di accentuare, anziché ridurre, le disuguaglianze tra le persone e la distanza tra Stato e società.
Non tutte le recenti indicazioni dell'Unione Europea si sono rivelate sostenibili e capaci di far governare positivamente la crisi. Alcune scelte dettate dall'Europa su previdenza e mercato del lavoro non sono compatibili con la situazione italiana.
Perciò, pur riconoscendo al Presidente Monti il merito di aver evitato all'Italia la bancarotta verso la quale l’aveva indirizzata il precedente Governo e di aver ridato al Paese il prestigio perduto nel contesto internazionale, risulta ormai indispensabile aprire una fase nuova, evitando di riconsegnare il Paese a chi lo ha affossato e rimettendo al centro dell’attività di governo la giustizia sociale e la democrazia.
Chi deve governare l'Italia non può considerare i cittadini semplicemente come dei numeri o dei sudditi su cui far gravare ingiusti provvedimenti neo-liberisti, una tassazione che strangola e inaridisce, oltre ai costi degli sprechi e dell’inefficienza della macchina pubblica.
Occorre ridare alle persone voglia di vivere e fiducia nel loro futuro. Per fare ciò non è pensabile che si possa semplicemente ripartire dalla situazione che ci ha portati ad un passo dal baratro.
Riformare alle radici la politica e lo Stato
La classe politica emersa dalla crisi del 1992, pur con alcune eccezioni, ha fallito tanto sul piano nazionale quanto su quello territoriale.
Essa è parte e causa di quel degrado che si tocca con mano quando le scelte strategiche sono effettuate non sulla base del merito ma della lottizzazione, quando si assiste alla caparbia conservazione di trattamenti economici e normativi inconcepibili in suo favore, compresi i compensi ai manager di Enti con funzioni che spesso sono di dubbia utilità pubblica, specie dal momento in cui si chiedono sacrifici e rinunce ai meno abbienti e si colpiscono fino all'impoverimento le fasce produttive del ceto medio.
Occorre rivedere la presenza e la funzionalità dei vari Enti territoriali: Province e Regioni sono effettivamente da accorpare e snellire nei costi istituzionali e nella gestione politica e i servizi erogati dai Comuni da orientare verso l'aggregazione. Vanno ancor più urgentemente azzerati centinaia di carrozzoni pubblici creati solo per ragioni di sottopotere.
Insomma c'è bisogno che l'impegno politico e quello istituzionale ritornino ad essere ispirati da volontariato e passione ideale e che gli stessi luoghi in cui vengono esercitati diventino case di vetro e palestra di confronto vero, affinché il fine unico da perseguire, dopo il consenso dei cittadini, sia il bene comune e non il tornaconto personale di chi ottiene il mandato a rappresentarli. Dunque c’è anche un tema etico e culturale da affrontare con immediatezza, per ridare dignità e presentabilità alla politica e all'insieme del sistema Paese.
Sono necessarie ed urgenti riforme sull'esercizio delle funzioni istituzionali, per dare agli italiani e alla comunità internazionale l’indispensabile segnale di cambiamento e di ritrovata credibilità del nostro sistema politico.
Riforme che mettano fine a immoralità e privilegi, a tutti i livelli, che ripuliscano lo Stato dai tentacoli onerosi di tanti organismi superflui, che scongiurino l’occupazione a tempo indeterminato della cosa pubblica da parte di singoli e di gruppi che impediscono il ricambio e indeboliscono la democrazia.
Riforme che impongano ai Partiti regole virtuose, ad esempio rendendo improponibili le responsabilità maggiori al proprio interno, dal livello nazionale a quello comunale, a chi è portatore di evidenti conflitti di interesse con riferimento alla interazione con i poteri pubblici, che riducano drasticamente l'ammontare dei finanziamenti ai partiti e rimborsi vari a gruppi parlamentari e regionali, che precludano nomine e candidature a condannati e indagati per reati gravi.
I partiti supereranno la grande sfiducia che li assedia solo se ritornano ad essere luoghi di analisi delle problematiche e di elaborazione delle proposte motivati dalla competenza e dalla passione ideale e se i giovani non saranno ritenuti utili perché “al servizio” di qualcuno, ma saranno incentivati e valorizzati sulla base delle proprie idealità e capacità.
In questo percorso noi crediamo sia importante il contributo e l’azione di tutti, nessuno escluso. La sola critica alla situazione attuale non può bastare.
Potremo superare il difficile momento che stiamo vivendo rilanciando il valore della partecipazione, innovando radicalmente i meccanismi interni ai partiti e alle forze sociali. E' un percorso difficile, ma non vi sono scorciatoie.
Le risposte alla crisi
Crediamo sia fondamentale che le risposte alla crisi e le necessarie riforme debbano porre al centro le persone ed il lavoro, autonomo e dipendente, come destinatari e forze motrici di azioni mirate all'equità, alla giustizia, alla qualità della vita.
Il lavoro rappresenta la principale risorsa per favorire la crescita e per migliorare la vita e i servizi nella nostra società e nel territorio. Vanno promosse azioni immediate per crearlo e per tutelarlo, contrastando la precarietà, rendendo davvero utili e funzionali le attività dei Centri per l’Impiego, riducendo il peso ed i tempi della burocrazia e liberando il potenziale degli italiani nei diversi settori, promuovendo nei primi sei mesi del nuovo governo un piano straordinario che agevoli l'occupazione giovanile e femminile, ad esempio ampliando e migliorando il modello sperimentato dalla Regione Puglia.
Il prolungarsi della crisi economica rende nel breve periodo necessario rivedere gli ammortizzatori sociali per garantire anche ai giovani ed agli esodati di potervi accedere. Occorre assicurare sostentamento e formazione a chi perde il lavoro, con la possibilità del ricollocamento effettivo entro 12-18 mesi.
Sul piano delle politiche sociali è indispensabile costruire anche nel nostro Paese e nelle nostre comunità un welfare di profilo europeo e dall'approccio universalistico, volto a riconoscere più adeguatamente i diritti di cittadinanza ed a contenere le disuguaglianze, a promuovere politiche di inclusione e di invecchiamento attivo per le fasce di popolazione anziana.
Il diritto alla salute è garantito dalla Costituzione e va assicurato ai cittadini tutelandolo dal malaffare e da tagli indiscriminati e realizzando una organizzazione sanitaria e servizi territoriali qualitativamente ed umanamente funzionali.
E' indispensabile inoltre ripensare l'istruzione pubblica, che deve diventare un nodo nevralgico nel territorio per qualificare il mercato del lavoro e per rilanciare nuovamente l’economia. L’Università deve puntare sulla ricerca incentivando lo sviluppo di nuove tecnologie, valorizzando le competenze ed il merito e tagliando quei corsi non richiesti dal mondo del lavoro e utili solo a mantenere in vita e far prosperare baronie e clientelismi, mentre i nostri migliori cervelli sono, in numero sempre maggiore, costretti a lasciare la loro terra per andare all'estero.
Le politiche del territorio devono superare la logica dell'emergenza, realizzando con celerità i programmati interventi infrastrutturali, dalle opere strategiche alle regimentazioni, salvaguardando e valorizzando il patrimonio paesaggistico ed ambientale.
Siamo privi nel nostro Paese da oltre vent'anni di una politica industriale, nonostante rappresentiamo la seconda nazione europea dopo la Germania per presenze di attività manifatturiere. Ciò impone una iniziativa che si proponga di rafforzare i settori strategici presenti nella nostra economia, con particolare riferimento ad una politica turistica univoca (siamo il Paese con il 60% dell'arte mondiale, oltre a bellezze paesaggistiche e risorse enogastronomiche ricercatissime) e ad una politica energetica nazionale che rispetti gli impegni di Kyoto e riduca i gravosi impatti dei costi energetici.
A frenare la nostra capacità di ripresa, però, contribuisce molto la pressione fiscale che grava sul costo del lavoro e sulle famiglie; la sua riduzione è la priorità da perseguire per ridare vigore e competitività a produzione ed occupazione, restituendo maggiore potere d'acquisto ai lavoratori e rilanciando i consumi. Occorre dunque adeguare le norme fiscali e tributarie, nazionali e locali, attraverso una severa razionalizzazione della nostra esorbitante spesa pubblica.
Rilanciare lo sviluppo nel territorio
In Capitanata e nella nostra città tutto ciò deve significare dar vita ad una nuova storia di riscatto, rimettendo in cammino il dinamismo e il saper fare dei cittadini su progetti di lavoro, di sviluppo, di qualità della vita.
La sfida che oggi è di fronte a noi impone alle Istituzioni locali, alla politica e alle forze sociali una azione di sistema e l'impegno di tutti per valorizzare e rilanciare adeguatamente le potenzialità e le risorse, pregevoli ed in più casi uniche, di cui disponiamo, come la particolare vocazione turistica, le produzioni agricole ed alimentari di eccellenza, il notevole patrimonio archeologico, naturalistico ed ambientale, la collocazione geografica strategica anche ai fini delle politiche di mobilità, una importante presenza di aree per gli insediamenti produttivi.
Il cambiamento ha bisogno di partecipazione, noi ci siamo
I programmi e le priorità accennate sono tra gli obiettivi fondamentali sui quali riteniamo importante far convergere condivisione e partecipazione, affinché l'azione politica ed istituzionale risponda alle reali esigenze dei cittadini.
Con il nostro impegno intendiamo contribuire a costruire fattivamente il cambiamento. E’ importante che questa disponibilità sia pronunciata da moltissimi altri, giovani in primo luogo.
La politica e i partiti devono cogliere il rinnovamento anche agendo dall'interno; lo auspichiamo sinceramente perché riteniamo fondamentale il loro ruolo in un Paese democratico. Ciò è possibile se si cambia pagina rispetto all'idea molto diffusa anche a livello locale che essi siano solamente carrierifici, strumenti per ottenere privilegi, spazi da occupare con metodi padronali e poco democratici che affievoliscono il desiderio di partecipazione riducendolo alla rassegnazione.
Ci auguriamo che vi siano al più presto decisioni e azioni inequivocabili di svolta, sul piano nazionale come su quello territoriale, in quanto tutti noi abbiamo a cuore i luoghi storici della democrazia partecipata. Ma siamo comunque determinati a far valere le nostre idee, a sostenere e realizzare, nelle forme organizzative coerenti con i principi che condividiamo, le azioni necessarie a ridare dignità ed un futuro prospero alla nostra comunità.
Il presente documento, inizialmente sottoscritto da un nucleo promotore, è aperto alla condivisione ed al contributo di quanti vogliano personalmente partecipare alle iniziative che seguiranno e agli approfondimenti programmatici ulteriori dai quali far scaturire azioni concrete.
Manfredonia, 13 dicembre 2012
Promotori
sottoscrittori del documento
“Insieme, per riprenderci il futuro”
“Insieme, per riprenderci il futuro”
N.
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Nominativi
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Professione/Titolo
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1.
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Balzano Donatella
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Studentessa universitaria
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2.
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Buonpane Luisa
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Sociologa del Lavoro
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3.
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Castrignano Fabio
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Studente lavoratore
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4.
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Castrignano Salvatore
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Impiegato Ufficio Europa Provincia
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5.
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Cavaliere Danilo
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Operatore Socio Sanitario
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6.
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Cavicchia Silvio
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Sociologo, Ricercatore Sociale
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7.
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Ciuffreda Salvatore
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Lavoratore settore alimentare
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8.
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D'Achille Angela
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Insegnante
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9.
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Esposto Aldo
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Pensionato
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10.
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Fabrizio Giovanni
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Pensionato
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11.
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Falcone Annarita
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Professoressa
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12.
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Ferrara Nicola
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Studente universitario
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13.
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Ferri Antonio
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Pensionato
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14.
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Giorgione Antonio
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Pensionato
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15.
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Guerra Carmine
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Lavoratore socialmente utile
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16.
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Guerra Cosimo
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Operatore Socio Sanitario
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17.
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Impagnatiello Antonio
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Meccanico
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18.
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Leone Francesco
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Laureato in Architettura
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19.
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Leone Vincenzo
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Professore
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20.
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Lo Scocco Pietro
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Dottore in Economia
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21.
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Mancini Franco
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Impiegato comunale
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22.
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Manzella Vincenza
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Laureata in Lettere
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23.
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Marinaro Luigi
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Operatore Macchine a Controllo Numerico
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24.
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Murgo Raffaela
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Diplomata
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25.
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Ognissanti Antonio
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Sindacalista
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26.
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Quitadamo Giuseppe
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Informatico
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27.
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Renzullo Anna
|
Professoressa
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28.
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Rinaldi Adriana
|
Psicologa
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29.
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Rinaldi Libera
|
Professoressa
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30.
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Rinaldi Matteo
|
Professore
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31.
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Salvemini Michele
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Ragioniere
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32.
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Scarano Enrico
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Pensionato
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33.
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Spagnuolo Gaetano
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Ingegnere
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34.
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Spinelli Michele
|
Professore
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35.
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Talamo Venturo
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Insegnante
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36.
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Tedeschi Francesco Pio
|
Dottore in
Economia
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37.
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Totaro Marco
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Pensionato
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38.
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Trotta Federica
|
Studentessa universitaria
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39.
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Trotta Matteo
|
Dottore in
Economia
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40.
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Zerulo Massimo
|
Studente universitario
|
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